Confintesa FP Ministero Cultura interviene all’incontro con il Ministro Franceschini

INCONTRO CON IL MINISTRO DELLA CULTURA

INTERVENTO DI CONFINTESA FP

Riportiamo integralmente l’intervento di Confintesa FP MiC in occasione dell’incontro con il Ministro Franceschini:

On.le Ministro Franceschini,

Come Confintesa FP siamo lieti  e ringraziamo per questo incontro e ci auguriamo possa essere proficuo e costruttivo, nel supremo interesse e beneficio dell’intera collettività nazionale e di tutti i Lavoratori e Lavoratrici del Ministero della Cultura.

La nostra organizzazione sindacale,  proprio nel  1° articolo dello  statuto,  esplicita in maniera inequivocabile il ns  DNA identificativo,  che così recita:

“ La Federazione….. Promuove e tutela i beni culturali e ambientali, il paesaggio, la natura, l’ambiente salubre e la cultura nella sua più estesa accezione”;   da qui discende la nostra naturale sensibilità ad interessarci dei beni e delle attività culturali.

Entrando nel pieno merito dell’incontro odierno ci appare prioritario e propedeutico chiederLe di agire sul macro piano politico per:

  • Raccordare meglio le competenze istituzionali attribuite al MIC con quelle di altri ministeri (Ambiente e Tutela del Territorio, Infrastrutture e Trasporti, etc.), o a vari enti territoriali della Repubblica (Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni, etc.). La scelta fatta dal governo attuale, in merito alla costituzione di un Ministero per la Transizione Ecologica, appare solo un piccolo passo che non affronta i problemi intersettoriali sulle tutele che permangono da decenni.

 

  • Revisionare le disposizioni normative vigenti (sia in materia di tutela e valorizzazione sia in materia di organizzazione del Ministero della Cultura) rendendole più semplici da comprendere ed applicare, nonché più coerenti e integrate tra di loro.

Sul piano più specifico ministeriale interno, la questione del personale  assume una rilevanza centrale e si presenta con una drammaticità che rischia non solo di impedire lo svolgimento delle funzioni istituzionali ma anche di minare alla radice,   la ragion d’essere del nostro Ministero.

È pressoché inutile esercitarsi con misure di ingegneria organizzativa o procedurale in presenza di una così drammatica carenza di personale.

L’ultima Sua  riforma di  Ridisegno delle Direzioni Generali e degli Uffici periferici distribuiti sul territorio è reso di fatto vano proprio dall’inadeguato supporto umano.

Non possiamo più sottacere di fronte al dato oggettivo che vede proprio in questo 2021 attestarsi verso il 50% la carenza complessiva del personale con punte del 60% dei Dirigenti fino ad arrivare al 75% negli Archivi.

Tutti, indistintamente, ne sono consapevoli, all’interno come  all’esterno dell’amministrazione, di queste abnormi criticità.  Lo sono coloro che vi prestano servizio: dai direttori, ai dirigenti, ai funzionari, al singolo addetto di ogni funzione nel nostro  variegato panorama.  Lo è il mondo della cultura. Lo siamo noi,  organizzazioni sindacali che – con grande senso di responsabilità – sottolineiamo a Lei ed al mondo intero la drammaticità della situazione non solo a  meri fini rivendicativi ma, anche, e ancor prima, nell’interesse collettivo e nazionale  a che vi siano risorse umane adeguate a garantire un’efficace azione di tutela, conservazione  e di valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio culturale.

Attingere al personale della società ALES – come si sta facendo – o ricorrere a incarichi esterni può offrire in alcuni casi soluzioni transitorie, ma non può costituire, neppur minimamente,  un rimedio idoneo a risolvere il problema strutturale.

Il ricorso al personale esterno, anche se qualificato, oltre a impedire un radicamento del personale e lo sviluppo di competenze specifiche, finisce inesorabilmente per creare sacche di precariato,  discriminazioni nei confronti di chi sta da tempo aspettando  all’interno del ns dicastero da più di 10 anni lo scorrimento delle graduatorie per i passaggi di area, e mi riferisco ai cosiddetti Funzionari Ombra. Colleghi che di fatto svolgono mansioni superiori ma con bassi stipendi che però garantiscono alti livelli di funzionalità ed efficienza altrimenti inespletate per gli emorragici pensionamenti di cui tutti siamo a conoscenza.  Per non parlare ancora di altri colleghi  della prima area  che reggono ancora le fila del funzionamento di  molti Segretariati Regionali, Soprintendenze Archivistiche e Sabap.

Accanto al drammatico aspetto della carenza di personale, l’altra seria criticità riguarda l’aspetto dell’aggiornamento  delle professionalità interne al MIC.

Gli attuali profili professionali sono di gran lunga superati e vanno riveduti, integrati e aggiornati: una direzione verso cui il Ministero si è già incamminato attivando la piattaforma dei Professionisti  dei beni culturali  ma che deve trovare soprattutto applicazione al ns interno, una coerenza, con il nostro personale.

Vanno assolutamente rafforzate le competenze informatiche. Si è visto marcatamente in questo ultimo periodo,  quanto la digitalizzazione sia importante per il Ministero della Cultura.  In questi mesi di chiusura dei nostri istituti  il rapporto con il pubblico è stato mantenuto attraverso i prodotti digitali, con risultati ottimali per quelle istituzioni che avevano già al loro interno competenze e risorse interne specifiche, ma con serie criticità per moltissimi altri  che non ne disponevano.

Le competenze professionali nel campo della contrattualistica pubblica sono anch’esse da potenziare fortemente. Ne è priva l’assoluta maggioranza degli istituti del MiC. È indispensabile rafforzare con decisione, all’interno del MiC, una struttura apposita per disegnare le procedure di evidenza pubblica e predisporre i capitolati per i contratti di maggiore importanza.

Abbiamo un reale bisogno oltre che delle consuete ed arcinote professionalità del funzionariato anche di supporter indispensabili sia per l’espletamento di attività ordinarie che straordinarie….. Tecnici informatici e  del restauro, Strutturisti, Fotografi, Diagnosti , Geometri, Capi tecnici, Assistenti di cantieri, Contabili e di tutte quelle professionalità che sviluppano e sostengono l’esecutività delle maggiori funzioni ministeriali.  Rappresentano Il nostro vero motore interno e che vanno assolutamente rafforzate.

Altra  annosa questione è la formazione del personale che va curata con  maggiore forza ed efficacia.

Occorre assicurare una costante formazione a tutte le figure professionali, valorizzando anche la diversificazione e la specializzazione delle competenze intermedie. Particolare attenzione merita la formazione delle competenze informatiche, tecniche e scientifiche,  sia per  le implicazioni gestionali del patrimonio culturale che  amministrativa degli istituti.

Per quanto riguarda la formazione di funzionari e dirigenti, la Scuola Nazionale di Amministrazione sta svolgendo, in generale, un lavoro formativo  efficace. È però necessario che siano potenziate la Scuola del Patrimonio e le altre Scuole strettamente legate alle funzioni tecnico-scientifiche  e ai “saperi specifici” del Ministero della Cultura.

Urge varare  la riforma – tra l’altro già pronta da tempo – delle Scuole di Archivistica, Paleografia e Diplomatica.

In questa particolare fase storica  e nella graduale ripresa post pandemica va privilegiata e sostenuta la fruizione collettiva di luoghi all’aperto e di bellezze paesaggistiche, con il controllo scientifico e culturale dei Poli Museali e delle Soprintendenze con la collaborazione degli enti locali preposti alla gestione dei singoli contesti territoriali.

La nostra  organizzazione sindacale, ha più volte  chiesto, sia a livello centrale  che periferico ove presenti, di sfruttare questa occasione “storica”di pandemia in cui ci troviamo per una offerta di qualità al turismo, ai visitatori di prossimità ed ai residenti.     Per noi i musei ed i luoghi della cultura  sono organismi viventi coi quali i cittadini devono interloquire e potersi sentire a casa propria in quel sano processo di specchiatura  identitaria,  appropriazione e riconoscimento.

Nella nostra concezione i luoghi della cultura devono ospitare  una naturale estensione dell’ abitare e consentire a tutti di  esercitare una cittadinanza culturalmente attiva,  officine culturali, laboratori permanenti della costruzione evolutiva dei propri saperi in un costante progress.

Il Coordinatore Nazionale Beni Culturali

Giuseppe Zicarelli

Flash 5 2021 – BC _Incontro Ministro Franceschini_

 

 

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